Se l’istituzione del Liceo Scientifico in città è  stata alquanto travagliata, non fu da meno la storia relativa alla costruzione  della relativa sede e la sua trasformazione progettuale, dal previsto edificio  per la Scuola Normale  Femminile, disegnato dall’ing. Alessandro Giunta immediatamente dopo il  terremoto, fino all’attuale struttura ideata dall’Ing. Vincenzo Salvadore nel  1937 che ebbe come base di partenza un suo precedente progetto datato 1926.
            La lunga consultazione dei documenti custoditi presso  l’Archivio di Stato, la   Biblioteca Regionale, il Gabinetto di Lettura, unitamente ai  preziosi suggerimenti dell’Architetto Nino Principato, del Dott. Alfio  Seminara, Giuseppe Salemi e di Nino Malatino, ha consentito di ricostruire  cronologicamente una storia dimenticata, ricca di particolari, che descrive il  lento procedere, dal dopo terremoto al 1939, delle fasi progettuali e  costruttive dell’edificio del Liceo Seguenza e, parallelamente, di cogliere  aspetti poco noti della Messina di allora.
              
                  
                Nel Piano Regolatore di Messina, redatto dopo il  terremoto dall’Ing. Luigi Borzì, con il termine “isolato 315” è intesa l’area di  fabbricati compresa tra il corso Cavour, via S. Agostino, via XXIV Maggio e via  Oratorio di S. Francesco.
                Su questa vasta area, nel XII secolo sorgevano  l’Ospedale S. Maria dei Bianchi dei Cavalieri Templari, con annesso il Chiostro  Porticato e l’Ecclesia di S. Marco.
                Nella seconda metà del 1300 vi si insediarono i Padri  Domenicani che, sull’area, edificarono la Chiesa di S. Domenico al posto dell’Ospedale S.  Maria di Bianchi, annettendovi il relativo Chiostro e l’Ecclesia dii S. Marco.
                Col passare dei secoli, intorno alla Chiesa di S.  Domenico sorsero altri edifici tra cui la Chiesa di S. Nicolò dei Gentiluomini (detta anche  S. Nicolò al Corso)*.
                Immediatamente dopo il terremoto del 1908, l’ing.  Borzì, nel redigere il Piano R<h4egolatore della città nel 1911, individuò  nell’area sottesa all’isolato 315 il luogo ove costruire il nuovo Palazzo della  Provincia prospicente sulla via Cavour, con annessa una sezione dell’Archivio  di Stato, e la Scuola   Normale Femminile, posta alle spalle del palazzo provinciale,  separata da un breve tratto di strada (via  S. Domenico)da edificare su una superficie estesa fino a via dei Monasteri  (oggi via XXIV Maggio).
                Nelle successive modifiche del progetto della Scuola  Normale Femminile, l’edificio destinato al Liceo Scientifico, nelle sua  versione definitiva, pur rimando invariato nelle dimensioni prospettiche della  facciata, si ridusse in profondità e venne separato, ad ovest, dalla Chiesa  dell’Oratorio della Pace (degli Azzurri) con un nuovo spazio (oggi cortile)  identificato con la via dei Templari. 
                
                  Nel 1912, iniziata la ricostruzione di Messina,  distrutta dal terribile sisma del 28 dicembre 1908, fu dato incarico  all’Ingegnere dell’Ufficio Tecnico Provinciale Cav. Alessandro Giunta di  redigere il progetto del nuovo Palazzo della Provincia e della limitrofa Scuola  Normale Femminile*, che il Piano Regolatore  Borzì prevedeva sull’area occupata, prima del terremoto, dall’ex Convento di S.  Domenico. 
                Nel Piano Borzì, Il Palazzo della Provincia e la Scuola Normale  Femminile**,  sarebbero sorti nella vasta area identificata con l’isolato n° 315, delimitato  ad est dal Corso Cavour, a nord dalla via S. Agostino, ad ovest dalla via dei  Monasteri (oggi XXIV Maggio) e a sud dalla via Oratorio di S. Francesco. 
                Rimasto “nel cassetto” per 10 anni, il progetto  dell’ingegnere Giunta, i cui costi di realizzazione erano nel frattempo  lievitati a 5.470.739 lire, fu ripreso il 15 settembre 1922 dal Genio Civile di  Messina – Servizio Terremoto, e inviato al Ministero dei Lavori Pubblici – X  Divisione, con nota n° 12804 del 30 aprile 1923. A sua volta, nel mese  di maggio, il Ministero lo inviava al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici  che, il 27 giugno dello stesso anno, ne sospendeva l’esecuzione esprimendo  seguente il parere di una revisione alle luce di osservazioni di carattere  economico e strutturale.
                
L’istruzione femminiledi stampo ottocentesco dovuta alla legge Casati, accusò col  passare degli anni la sua inadeguatezza alle esigenze sociali e tra la fine del  1926 e gli inizi del 1927 il Ministro Gentile, costretto a prenderne atto,  procedette alla soppressione graduale o totale degli istituti, con questo  indirizzo, che avevano registrato uno scarsissimo numero di iscritte, a  vantaggio della Scuola Magistrale introdotta dalla riforma.
            Per tale motivo, la necessità di costruire la sede da  destinare alla Scuola Normale femminile, divenne via, via sempre meno  impellente.
            Quasi in sovrapposizione al parere sospensivo del  Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici circa la costruzione della Scuola  Normale Femminile, cominciò a farsi spazio in città, tra l’opinione pubblica, la  necessità di istituire un Liceo Scientifico per consentire una adeguata  preparazione agli iscritti della Facoltà di Scienze e di Medicina dell’Ateneo  messinese e dotare Messina, uno dei tre capoluoghi dotati di Università, di un  indirizzo di studi, a quel tempo presente solo a Catania e Palermo.
            Vista la  pressante richiesta da parte di numerosi genitori, il 28 settembre 1923 la Deputazione Provinciale  ne inoltrava istanza R. Governo con decorrenza 1° ottobre 1923,  obbligandosi a corrispondere un contributo  annuo di 40.000 lire. Ma la richiesta, giunta tardivamente al Ministero, non fu  accolta in quanto, il Ministro della Pubblica Istruzione, in accordo a quello  delle Finanze, aveva già assegnato per l’A. S. 1923/24 il numero dei licei  scientifici e delle relative sedi sul territorio nazionale. Nelle more di  un’approvazione per l’Anno Scolastico successivo, il Ministro suggeriva al  Presidente della Commissione Reale recatosi a Roma, l’istituzione provvisoria,  per l’anno 1923/24, di un Liceo Scientifico Provinciale privato, limitato ai  primi due corsi. 
            Con delibera n° 126 la Provincia avanzò al  Governo la richiesta di Istituzione del Liceo a decorrere da 1° ottobre 1924 a cui seguì l’anno  successivo la delibera n° 715 con cui la richiesta fu reiterata per l’istituzione  del Liceo Scientifico a far data dal 1° ottobre 1925.
            La ricerca di una opportuna sede per il Liceo  condusse, come soluzione, a cambiare la destinazione d’uso dell’edificio  progettato inizialmente per la Scuola Normale Femminile,  ritenendolo più idoneo ad ospitare il R.  Liceo Scientifico.
              
                  
                Poiché l’ingegnere Giunta, per motivi a noi non noti,  era stato posto forzatamente in pensione nel 1925, l’incarico di riprendere il  progetto iniziale del 1912, al fine di adattarlo alle nuove esigenze, fu  affidato all’ing. Vincenzo Salvadore il quale, riformulando in stile  eclettico-rinascimentale lo stile eclettico-neogotico del progetto di Giunta*, presentò il 16 giugno 1927 la sua proposta.
            Il nuovo edificio sarebbe sorto su una porzione  dell’isolato 315 del Piano Regolatore Borzì, posta alle spalle del Palazzo  della Provincia, su una superficie di 2.998,78 mq, nettamente inferiore a  quello della Scuola Normale Femminile avendo aumentato lo spazio di isolamento  con il Palazzo Provinciale, corrispondente ad. Un’area ritenuta in ottima  posizione “dal punto di vista igienico, priva di rumori e quindi idonea alla  tranquillità per l’insegnamento e lo svolgimento delle lezioni”. L’altezza era  prevista su due piani con 10/11 metri di altezza massima, secondo le allora  ristrettive norme antisismiche.
            Lo stile architettonico era ispirato al Seicento romano, i fondi della facciata  principale sarebbero stati in bianco avorio mentre le lesene, gli zoccoli e le  cornici in tinta grigia peperino.
            L’ing. Alessandro Giunta, in conseguenza a quello che  riteneva essere stato un “atto di scortesia” nei suoi riguardi, che non dava  continuità all’incarico ricevuto anni addietro e stravolgeva radicalmente la  sua idea progettuale e stilistica, scrisse una missiva al Presidente  dell’Amministrazione Provinciale in cui, non solo manifestava il suo forte  disappunto, ma si rendeva disponibile, pur di  poter vedere realizzata la “sua creatura”, ad accettare l’incarico di  progettista anche con una parcella inferiore a quella dettata dal tariffario  professionale in vigore.
              
                  Con nota del 6 aprile 1927, il Corpo Reale del Genio  Civile, comunicava all’Amministrazione provinciale che l’Ispettorato Superiore  del Genio Civile - delegato per i Servizi dipendenti dal terremoto, tenuto  conto delle modifiche apportate su richiesta del Consiglio Superiore dei LL.  PP. (n° 2415 del 27/9/1926), esprimeva parere favorevole alla realizzazione del  progetto redatto dall’ing. Salvadore e lo dichiarava meritevole di definitiva  approvazione.
            Ma l’inizio dei lavori, tardò ad essere dato e, nel  frattempo, i corsi presero l’avvio ospitati provvisoriamente nella sede del R.  Istituto Tecnico. 
            Durante l’Anno Scolastico 1925/26, come si evince dal  verbale del Collegio dei Professori del 18 giugno 1925, nel quale si documenta  la relazione del prof. Cogliani, approvata dai colleghi, per intitolare Il  Liceo Scientifico all’illustre scienziato messinese Giuseppe Seguenza.
            Nel 1934 l’area su cui doveva sorgere la nuova sede  del liceo, alle spalle del risorto Palazzo della Provincia, era ancora occupata  dai ruderi dell’ex Convento di S. Domenico.
                
                  
                Con Decreto Prefettizio n° 31669 dell’11 Giugno 1935,  che autorizzava l’occupazione permanente dell’area, si diede finalmente inizio  ai lavori del nuovo progetto redatto dall’ingegnere Vincenzo Salvadore che, rispetto a quello del ’27, aveva mutato lo stile architettonico in quello razionalista, detto “stile Fascio”,  in voga in quegli anni. Per tale progetto era stato ottenuto dallo Stato il  relativo diritto a mutuo, scaturente dal distrutto edificio di Piazza S.  Giovanni, sulla base dell’ultimo imponibile catastale di quel fabbricato e un contributo statale di 872.075,20 lire sul bilancio per la ricostruzione  post-terremoto.
            Il 5 febbraio 1937, con verbale di accertamento a cura  del Genio Civile del giorno 10/2/37, si diede inizio ai lavori di sbancamento e  costruzione del R. Liceo Scientifico, affidati alla Ditta Fratelli Russotti, da  ultimarsi in 18 mesi.
            Ma, dopo soli 13 giorni dall’inizio dei lavori, un  primo rallentamento si ebbe a causa della mancata fornitura di ferro, richiesta  dalla Ditta appaltatrice, per nuove normative disposte dal Ministero della  Guerra. La  produzione e raccolta del  ferro era infatti passata sotto il controllo dell’Autorità Militare che, in  quei bellicosi anni caratterizzati da un clima politico molto critico che  sarebbe sfociato nello scoppio della II Guerra Mondiale e nel coinvolgimento  dell’Italia, ne limitava il consumo indiscriminato per le impellenti esigenze  relative agli armamenti e alla difesa nazionale.
            Proprio in quegli anni, infatti, si dava impulso, in  modo preventivo, alla costruzione di rifugi e ricoveri antiaerei, e alla  produzione di armamenti e materiali da guerra. 
            Delle 200 tonnellate di ferro richieste alla Ditta Nuova Unione Siderurgica Italiana (NUSI)  e alla ILVA MARGHERA di Venezia, tramite la Società   Anonima “Ferro e  Metalli” di Messina, il Ministero della Guerra ne autorizzò solo 20 t.
                
                  
                Per portare a termine la costruzione del Liceo, nel  rispetto delle norme antisismiche e, soprattutto, antiaeree, l’Amministrazione  Provinciale si vide costretta a rivolgersi al Generale Dall’Olio a Roma per  ottenere la fornitura delle restanti 180 tonnellate di ferro ed evitare la  minacciata interruzione dei lavori da parte della Ditta Russotti.
            Da una lettera del 3 novembre inviata dalla Russotti  all’Ing. Capo del Genio Civile si apprende che a quella data il Ministero aveva  incrementato la quantità di ferro autorizzato a 95 tonnellate, al di sotto  comunque della quantità necessaria alla ultimazione dei lavori in cemento  armato.
            Si spiega così una variante, in corso d’opera del progetto  iniziale, che sostituiva alcune parti previste in cemento armato con la  “muratura ordinaria”, sostituendo così alle travi contenenti il ferro con muri  di notevole spessore.
            Il 22 novembre dello stesso anno, risultano così già  completati il rustico della zona a tre piani, lo sbancamento di tutta l’area  interessata e iniziati i rifinimenti.
            A cantiere aperto, con i lavori già in fase avanzata,  fu realizzato sull’area in oggetto un padiglione della IV Fiera di Messina del  1937, che allora si svolgeva nei locali del Liceo Maurolico e negli spazi  compresi tra la via S. Francesco e quelli alle spalle del Palazzo della  Provincia. Sull’area del costruendo Liceo Scientifico era stato  provvisoriamente realizzato un padiglione adibito ad acquario.
                
                  
                I lavori di costruzione del R. Liceo furono ultimati  il 26 luglio 1938, nei termini stabiliti di diciotto mesi. 
            La sede del nuova Scuola, intitolata all’illustre  scienziato “Giuseppe Seguenza”, fu inaugurata il 28 ottobre 1938 alla presenza  del preside Mancuso e di tutte le autorità cittadine e le lezioni ebbero  inizio, nel nuovo plesso, il 7 novembre.
            Un telegramma spedito il 17 maggio 1939 dal Ministero  al Genio Civile, annunciava per il giorno successivo la visita dell’Ispettore  Superiore Dott. Lo Cascio per il collaudo della struttura.
                
Il presente studio è parte integrante della recente pubblicazione a cura del Liceo Scientifico “G. Seguenza” dal titolo “Il Liceo Seguenza: storia, vita e racconti”. Ed. EDAS